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Pubblicato su politicadomani Num 91 - Maggio 2009
Dietro i fatti
Io, Cirillo e Cutolo.
Dal sequestro alla liberazione
A ventotto anni dal sequestro, ad opera delle Brigate Rosse, del potente leader della Dc campana Ciro Cirillo, Giuliano Granata, all'epoca suo strettissimo collaboratore, svela in un libro-intervista curato dalla giornalista Tonia Limatola, i retroscena della trattativa segreta con il boss della camorra Raffaele Cutolo che portarono alla sua liberazione
di Enzo Langellotti
Il 23 novembre del 1980, alle ore 19:35, una scossa sismica di magnitudo 6,8 della scala Richter, con epicentro in Irpinia, scosse la terra tra Campania, Basilicata e Puglia per novanta lunghissimi secondi, causando quasi tremila morti e più di duecentotrentamila senzatetto. All'istante, migliaia di palazzi si sbriciolarono, crollando su se stessi, e interi paesi furono sepolti sotto una coltre di polvere e macerie. Uno scenario tragico, un'intera regione, quella campana, in ginocchio. E una sola esigenza, quella di "far presto", per salvare chi ancora respirava sotto quei calcinacci e per soccorrere le migliaia di persone che, con il terremoto, avevano perso tutto, casa lavoro e affetti.
In quel momento a presiedere la Giunta Regionale della Campania c'era Ciro Cirillo, esperto amministratore democristiano, che nei cinque anni precedenti aveva già ricoperto l'incarico di assessore regionale all'Urbanistica e che, da anni, era ai vertici degli organi dirigenti della Dc in Campania. Immediatamente, per affrontare al meglio l'emergenza, si decise di affidare nuovamente l'assessorato all'Urbanistica a Cirillo, con una serie di deleghe tra cui quella all'edilizia economica e popolare. Ad affiancarlo fu chiamato Giuliano Granata, allora sindaco Dc di Giugliano in Campania, che si dimise dalla carica il 2 dicembre del 1980 per divenire capo della segreteria dell'assessore.
In un quadro socio-politico siffatto, di estrema difficoltà, prese corpo il rapimento di Ciro Cirillo. Era la sera del 27 aprile 1981, quando un commando armato prelevò il politico democristiano sotto la sua abitazione a Torre del Greco, lasciando senza vita il maresciallo della scorta Luigi Carbone e l'autista Mario Canciello e gravemente ferito il segretario Ciro Fiorillo. Il giorno successivo le Brigate Rosse rivendicarono in un lungo comunicato il sequestro dell'assessore Dc, simbolo - a loro dire - della "ricostruzione imperialista e antiproletaria".
Oggi, a ventotto anni di distanza, un libro nato dalla felice intuizione della giornalista Tonia Limatola, dà voce a un testimone privilegiato di quegli avvenimenti, Giuliano Granata, l'uomo che andò a mediare, nel carcere di massima sicurezza di Ascoli Piceno, con il potentissimo boss della camorra Raffaele Cutolo per la liberazione di Cirillo.
"Io, Cirillo e Cutolo. Dal sequestro alla liberazione" (Ed. Cento Autori, 2009) affronta i mille lati oscuri che ancora permangono dietro una vicenda di cui si sa molto ma non tutto. Il sequestro si concluse dopo ottantanove giorni, il 24 luglio 1981, con la liberazione di Cirillo a seguito del pagamento di un congruo riscatto. Le carte giudiziarie hanno fatto luce sui mandanti e sugli esecutori, ma molti restano gli interrogativi inevasi. Perché le Br rapirono proprio Cirillo? Perché ci si rivolse a Cutolo e quale fu, effettivamente, il ruolo e quali i vantaggi avuti dal boss di Ottaviano? Perché i Servizi Segreti scelsero Giuliano Granata come mediatore nella trattativa con Cutolo? Perché lo Stato, al contrario del rapimento Moro, decise di trattare? E come mai le Br accettarono di liberare Cirillo? I soldi del riscatto da dove provenivano? Perché dopo la liberazione, Cirillo e Granata furono politicamente accantonati? Chi ebbe ad avvantaggiarsi dal sequestro Cirillo?
Moltissimi, dunque, i punti in cui a tutt'oggi le verità si confondono con le opinioni e i fatti con le interpretazioni. Merito del libro è provare a riannodare le fila di un discorso rapidamente messo da parte, tentando attraverso una ricostruzione seppur personale e soggettiva dei fatti, da testimone diretto, una lettura in prospettiva storica che meglio aiuta a capire la complessità del "caso Cirillo".
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